Prima di concludere con un riepilogo di quanto è stato già trattato in questa serie di articoli vorrei soffermarmi sull’importantissimo aspetto dei limiti autoimposti, ovvero quelle convinzioni autolimitanti che, se non individuate e gestite correttamente, possono incidere seriamente sulla vostra capacità raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissi.
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Tipi di limiti autoimposti
I pensieri autolimitanti possono avere diverse forme, quindi cominciamo con il classificarli per consentire una loro migliore identificazione.
Convinzioni se-allora
- Se tento di avviare un progetto di guadagno passivo, non ci riuscirò e ciò potrebbe non essere piacevole
- Se mostro interesse verso qualcuno riceverò un rifiuto
- Se ottengo un grande successo non piacerò più così tanto ai miei amici
Credenze universali
- Le persone sono fondamentalmente egoiste
- I bambini si comportano sempre male
- Il denaro è la fonte di tutti i mali
Credenze personali e legate all’autostima
- Non sono abbastanza capace
- Non me ne importa nulla
- Non sono una persona degna d’essere amata
Come si manifestano i limiti autoimposti
Le credenze autolimitanti sono in genere inconsce, quindi agiscono quasi sempre al di sotto del nostro livello di consapevolezza. Le noterete dapprima per i loro effetti collaterali, spesso quando vi ponete degli obiettivi ambiziosi e cercate di raggiungerli.
Supponiamo che vogliate creare il vostro primo flusso di reddito passivo. Se avete seguito questa serie di articoli dall’inizio, avrete già definito un obiettivo con una somma specifica in euro, per esempio cento euro al mese per il vostro primo flusso.
Ora, se lo osserviamo da una prospettiva puramente oggettiva quest’obiettivo ci sembrerà sicuramente realizzabile. Non ha infatti niente di spettacolare, miracoloso o magico. È qualcosa che molte persone hanno già realizzato in passato, e in certi ambienti viene visto addirittura come un evento comune e ordinario. Insomma, si tratta di un obiettivo tutt’altro che eccezionale.
Quante persone che si prefiggono un obiettivo del genere riusciranno però a raggiungerlo? Avete qualche dubbio riguardo al fatto che voi stessi possiate perseguirlo con successo?
In effetti sono molte le persone che ci riusciranno, anche se per molti non sarà una passeggiata. Il loro successo non deriverà dal fatto che hanno idee migliori o una passione più forte. Ci riusciranno perché sono disposte a cambiare le loro convinzioni e l’immagine che hanno di loro stessi allineandosi con i loro obiettivi invece di consentire ai loro schemi mentali di frapporsi e diventare degli ostacoli verso il loro raggiungimento.
Una parte significativa di questo cambio di paradigma è collegata alla capacità di lasciarsi alle spalle la zavorra mentale che forma le convinzioni autolimitanti. Nell’affrontare le rendite passive potreste confrontarvi con pensieri come questi:
- è troppo difficile guadagnare da rendite passive
- dovrei pensare a cercare un lavoro vero
- non sono abbastanza in gamba da riuscirci
- penso che le rendite passive siano troppo strane
- dovrei fare semplicemente ciò che fanno tutti gli altri
- avere un posto di lavoro offre stabilità e sicurezza
Molte delle persone che riescono poi a creare delle rendite passive cominciano con pensieri autolimitanti come questi. Dopotutto è il modo in cui la società moderna ci condiziona a pensare.
Quando cominciate a lavorare su un nuovo obiettivo i vostri pensieri autolimitanti raramente saranno espressi con chiarezza. In genere si manifestano attraverso il loro effetto sul vostro modo di pensare e di agire che sembra allontanarvi dall’obiettivo prefissato, spostando la vostra attenzione su qualcos’altro.
Per esempio, appena cominciate a pensare ad alcune idee su come generare rendite passive la vostra mente inizia a manifestare motivi per cui non possono funzionare, e dopo un po’ finite per convincervene.
Oppure condividete la vostra idea con l’amico più pessimista che avete, sapendo già inconsciamente che riuscirà a distogliervi dal provare a realizzarla. Avreste potuto parlarne al vostro amico più ottimista, invece, il quale avrebbe al contrario fatto di tutto per incoraggiarvi.
Oppure cominciate a lavorare sulla vostra idea e improvvisamente venite sopraffatti da una voglia irresistibile di andare a vedere un film al cinema o uscire per acquistare qualcosa.
O ancora, decidete di assegnare una certa quantità di ore al vostro progetto e in qualche modo queste ore vengono divorate da altre occupazioni, per esempio navigare sul Web, oppure da ‘urgenze’ improvvise che vi daranno la scusa per rinviare il lavoro sul progetto.
Avete consapevolmente deciso che l’obiettivo è importante per voi, ma vi rendete conto degli schemi mentali che la vostra mente non sta collaborando pienamente. Continua, infatti, a spostare la vostra attenzione su varie fonti di distrazione quando invece avete del lavoro da portare a termine.
Il colpevole in questo tipo di situazioni è, quasi sempre, la presenza di pensieri autolimitanti a livello inconscio.
Perché abbiamo dei pensieri autolimitanti?
Molte delle convinzioni autolimitanti vengono instillate durante l’infanzia, e hanno quasi sempre uno scopo. Sono, in sostanza, un modo per tenerci al sicuro da qualcosa. Il problema è che il nostro cervello tende a generalizzare riguardo alla loro funzione e danno vita a degli schemi di comportamento che diventano imprecisi e inadeguati. Per gestire la nostra sopravvivenza, ovviamente, questi schemi mentali non hanno bisogno di essere precisi ma semplicemente abbastanza efficienti, soprattutto quando si tratta di prendere delle decisioni rapide.
In parte questo modello è dovuto al modo in cui il nostro cervello si è evoluto, ovvero sviluppando la corteccia cerebrale intorno al cervello primitivo e più antico, il cosiddetto sistema limbico. Quest’ultimo gestisce le emozioni, il comportamento, la motivazione e la memoria a lungo temine, mentre la corteccia si occupa del pensiero cosciente, del ragionamento e del linguaggio.
Queste diverse aree del cervello si sono sviluppate per aiutarci a sopravvivere, ma molti dei nostri obiettivi non hanno a che fare strettamente con la sopravvivenza. Le rendite passive di certo non sono connesse a un concetto di sopravvivenza, quindi il cervello non è programmato per spingerci a perseguirle. Fortunatamente, però, il nostro cervello è molto flessibile e può imparare a collaborare con noi per aiutarci a perseguire questo tipo di obiettivi.
Quando ci dedichiamo a degli obiettivi non legati alla sopravvivenza non possiamo basarci, quindi, sulla programmazione predefinita della nostra mente. Quest’ultima, infatti, è ottima per mantenerci in vita, ma quasi sempre si dimostra inadeguata per ottenere obiettivi meno determinanti. Dobbiamo, quindi, perfezionare alcuni aspetti di questa programmazione, rimuovendo le limitazioni non necessarie che essa contiene. Non vogliamo, per esempio, che nel nostro cervello scatti una reazione di paura quando decidiamo di cambiare lavoro. Vogliamo, invece, essere in grado di prendere decisioni importanti basandoci sulla nostra conoscenza e sulle nostre capacità, invece che su stimoli emotivi impressi nel cervello durante l’infanzia.
Per esempio, vi sentite pronti a salire su un palco e parlare al pubblico senza sentirvi inutilmente nervosi? Potete parlare a braccio davanti a un gruppo di persone anche se non avete preparato alcun discorso? Se non riuscite a farlo è perché il vostro sistema limbico sta attivando dei segnali di paura che tendono a bloccarvi. Fisicamente potreste farlo in quanto si tratta solo di alzarvi e parlare. Parlare a un pubblico non è granché differente che parlare a una sola persona, e neanche più complicato.
Allo stesso modo, pensate di essere in grado di creare un flusso di rendite passive se lo desiderate? Anche in questo caso, i passi da compiere sono piuttosto semplici. Ma il vostro sistema limbico, nel gestire le emozioni e la motivazione, collaborerà con voi riguardo a questa decisione? Spesso scoprirete che non ha alcuna intenzione di farlo. Attiva, infatti, una minaccia fantasma alla vostra sopravvivenza e cerca di impedire che compiate delle azioni che potrebbero mettervi in pericolo, anche se il pericolo è immaginario. Man mano che questi impulsi si fanno strada verso la vostra corteccia cerebrale, sarete spinti a cercare ogni possibile scusa per razionalizzare la vostra incapacità di agire.
Salvaguardare la propria sicurezza e stare lontani da posti in cui potrebbero esserci dei predatori ha un senso. Va bene generalizzare questo tipo di difese in alcune situazioni di sopravvivenza dal momento che un errore in questi casi può rivelarsi fatale, soprattutto durante l’infanzia. Tuttavia, rischi di minore entità come una brutta figura o una perdita finanziaria non possono essere gestite come delle vere e proprie minacce alla nostra sopravvivenza, nonostante tendano a innescare risposte emotive simili nel pensiero e nel comportamento. Potete assolutamente permettervi di sperimentare dei fallimenti nella vostra vita lavorativa e finanziaria se vi permettono di crescere e imparare, anzi tutto ciò ha un effetto positivo se affrontato nel modo giusto.
Che vi piaccia o meno siete sempre dei mammiferi, quindi avete ereditato una parte del bagaglio mentale tipico dei mammiferi. Il lato positivo di ciò è che quest’eredità ha un ruolo importante nella vostra stessa esistenza, ma d’altro canto dovrete in qualche modo bilanciare questo bagaglio se volete condurre un’esistenza più interessante di quella della maggior parte dei mammiferi.
Pensiero consapevole VS credenze inconsce
Avete a disposizione alcune opzioni fondamentali per gestire i vostri pensieri inconsci autolimitanti.
La prima opzione consiste nell’ignorarli, lasciando che la mente continui a elaborarli ogni volta che si manifestano. Se scegliete questa strada, quasi sicuramente vivrete una vita normale e nella media, ammesso che i vostri limiti autoimposti non siano particolarmente estremi. Non riuscirete mai ad avvicinarvi al vostro potenziale di essere umano, ma potrete considerarvi in ogni caso un mammifero degno di tale nome. Se siete intenzionati a continuare a vivere la vostra vita più o meno come l’avete vissuta finora, non c’è una reale necessità di confrontarvi con i vostri limiti autoimposti e cercare di superarli. Essi continueranno a esercitare del controllo sulle circostanze della vostra vita, ma se non vi preoccupa il fatto che queste continuino a ripresentarsi con gli stessi schemi del passato scegliete pure di continuare in questo modo. Accettare tutto ciò equivale ad accettare che la vostra programmazione mentale del passato è il vostro vero io.
La seconda opzione consiste nel cercare di combattere contro i vostri limiti autoimposti cercando di soffocarli. Potete provare a usare la vostra forza di volontà e agire per contrastarli, escogitando dei sistemi che tengano viva la spinta ad agire, per esempio accentuando le conseguenze negative in caso di rinuncia. È una soluzione praticabile, ma gli effetti sono di breve durata e portarla avanti può essere molto faticoso a livello mentale. Una strategia del genere si traduce, in sostanza, in una lotta fra un’area e l’altra del cervello.
La terza opzione consiste nel dissolvere letteralmente i limiti autoimposti. Invece di opporvi ad essi, li lasciate andare in modo che siano rimossi in modo permanente e non possano più influire in maniera inconscia sul vostro pensiero. In sostanza, state cancellando i vecchi schemi mentali che vi sono stati instillati durante l’infanzia in quanto, come adulti, non ne avete più bisogno. Rimuovendo queste vecchie credenze avete sia la possibilità di sostituirle con nuovi schemi mentali sia di lasciare al pensiero logico il compito di svilupparne di nuovi e più idonei.
In quanto adulti non avete più bisogno delle credenze dell’infanzia per tenervi al sicuro. Potete usare la vostra corteccia cerebrale ormai sviluppata per giungere a decisioni intelligenti e appropriate, basando queste decisioni sulla vostra conoscenza, esperienza, abilità e capacità di anticipare gli eventi. Si tratta di capacità che non erano pienamente sviluppate quando eravate bambini, il che rendeva necessario l’intervento del vostro sistema limbico per garantire una forma di protezione. Da adulti, però, potete utilizzare la vostra esperienza e conoscenza per stabilire che i leoni possono ancora essere pericolosi mentre un discorso in pubblico in genere non lo è.
Sarebbe stato fantastico se il nostro cervello avesse avuto la capacità di svolgere questo processo di pulizia e adattamento in maniera automatica con l’aumentare dell’età. Fino a un certo punto riesce anche a farlo, tuttavia il processo risulta molto graduale. Nello stesso tempo, crescendo riduciamo la nostra emotività, il che ci aiuta a ridurre gli effetti dei condizionamenti ricevuti durante l’infanzia. Possiamo tuttavia accelerare notevolmente questo processo agendo volontariamente per rimuovere la zavorra di condizionamenti mentali inutili. Penso che sia una scelta molto saggia, soprattutto fra i venti e i trent’anni, in quanto non permettiamo a queste credenze autolimitanti di restringere i nostri obiettivi e limitare quanto possiamo realizzare nella nostra vita.
Prima di entrare nel vivo del prossimo articolo, che vi permetterà di percorrere tutti i passi della creazione di una rendita passiva, potreste dedicare del tempo proprio a individuare i vostri pensieri autolimitanti e lavorare alla loro rimozione, affinché non vi siano d’intralcio quando dovrete impegnarvi nello sviluppo della vostra prima fonte di guadagno passivo. Non perdete mai di vista la prospettiva che le rendite passive mettono a vostra disposizione, con la libertà che può derivare dal poter contare su fonti di guadagno passivo e i cambiamenti positivi al vostro stile di vita che ne conseguono. Tutto ciò vale sicuramente lo sforzo di impegnarsi a cancellare i propri pensieri autolimitanti, non trovate?