L’etica delle rendite passive

Rendite passive by Steve PavlinaQualcuno si chiederà sicuramente cosa potrebbe accedere se tutti cercassero di vivere di rendite passive, quindi è necessario fare una breve digressione e affrontare questo aspetto prima di proseguire.

Penso che la domanda sorga dalla tendenza a ritenere che alcuni tipi di lavoro non si adattano al concetto di rendita passiva, quindi devono rimanere confinati al mondo del guadagno attivo. Supponiamo per un attimo che sia vero a beneficio della discussione.

Le strategie di guadagno attivo e passivo sono in competizione all’interno del mercato. Le persone sono libere di scegliere una delle due o entrambe, ma quasi sempre scelgono il guadagno attivo. Come mai? La mia opinione è che la scelta sia frutto di un condizionamento sociale. Scelgono le rendite attive probabilmente a causa della loro scarsa conoscenza delle rendite passive. Il condizionamento in questo senso arriva ovviamente dalla scuola, dalla famiglia e dalle amicizie.

Anche se ci fosse sempre più gente orientata a sviluppare strategie di guadagno passivo e sempre meno gente disposta a usare il guadagno attivo, credo che il mercato si adatterebbe senza fare una piega. Le attività essenziali che non possono prescindere dal lavoro attivo subirebbero probabilmente un aumento di costi, il che le renderebbe più appetibili per un maggior numero di persone.

Al momento ci troviamo di fronte a un sovrannumero di persone che cercano un impiego, con un conseguente numero insufficiente di posti di lavoro a disposizione per soddisfare tale richiesta. Di fronte a tutto ciò, è davvero sensato addestrare sempre più persone in modo che debbano poi cercare un posto di lavoro? No, anzi è follia perché non fa altro che peggiorare la situazione. Inoltre, tutto ciò provoca una riduzione dei salari, abbassando lo standard di vita delle persone.

Penso che una migliore soluzione possa venire dall’insegnare le strategie di reddito passivo e consentire a queste persone di fare scelte differenti. Le rendite passive sono un’ottima scelta nell’economia attuale dal momento che non costringono a cercare un posto di lavoro. In effetti, l’effetto è proprio di stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro.

Le rendite passive hanno infatti sia l’effetto di creare nuovi posti di lavoro sia di sostenere quelli esistenti. Ogni volta che io creo un nuovo flusso di guadagno passivo, creo delle rendite in altre attività di business. Ciò aiuta a generare dei profitti che aiutano a coprire i costi salariali per i dipendenti di tali attività.

Ricordate che i metodi di guadagno passivo comprendono la fornitura di valore a un numero di persone maggiore rispetto ai metodi di guadagno attivo. Non vedo alcun motivo per evitare di fornire più valore alle persone. Probabilmente con una strategia di rendite passive fornirete un valore diverso, tuttavia è sempre un vantaggio per gli altri se accrescete il vostro contributo.

Facciamo un esempio concreto. Se decidete di pubblicare un libro con un editore, o di auto-pubblicarlo, ricevendo delle rendite passive dai diritti di pubblicazione, l’editore o la piattaforma di self-publishing a loro volta pagheranno delle persone che contribuiscono a far funzionare il sistema editoriale e commerciale, e queste persone percepiscono uno stipendio. Nello stesso tempo il vostro libro arriva nelle librerie, sostenendo la loro attività e permettendogli, con le vendite, di mantenere dei dipendenti salariati. Il vostro libro, che è il valore da voi creato e recapitato al lettore finale, in questo processo crea e sostiene il guadagno attivo e passivo di altri.

Le rendite passive e quelle attive non sono in opposizione, ma si sostengono quindi a vicenda. Penso, quindi, che una loro coesistenza sia positiva.

Personalmente non aspiro a un posto di lavoro, ma comprendo come molte persone invece possano desiderarlo, a volte anche disperatamente. Può capitare che io scherzi e faccia battute riguardo alla mentalità del posto di lavoro, ma lo faccio per sensibilizzare le persone riguardo alle rendite passive e comunque rispetto la capacità e libertà di ognuno di fare le proprie scelte di vita.

Quindi, se vi state chiedendo se sia etico guadagnare da rendite passive, direi che di fronte a quanto abbiamo visto finora la risposta è più che positiva. Oltre che etico, è un atto di generosità. Anche da un punto di vista fiscale, seppure le rendite passive possano risultare meno tassabili e tassate rispetto a quelle attive, aiutando a creare e sostenere il reddito attivo delle persone salariate si contribuisce a incrementare il gettito fiscale che ne deriva, a beneficio del sistema, e lo si fa in modo più significativo di quanto si farebbe lavorando per un reddito attivo.

Non è raro che le persone la cui vita è basata su un reddito attivo vedano il reddito passivo come una strategia gretta ed egoistica. L’ironia di tutto ciò è che si può guardare allo stesso modo chi vive di rendite attive in quanto la portata del loro contributo per gli altri è meno significativa, visto che stanno fornendo valore solo al loro principale mentre potrebbero farlo per più persone. La verità di fondo è che entrambe le strategie offrono il loro contributo, anche se in forme differenti.

Negli articoli che seguono parlerò di alcune strategie specifiche di reddito passivo, descrivendo delle metodologie concrete tratte da alcune delle mie esperienze in modo che possiate capire ancora meglio come funziona tutto ciò.